le verità hanno casa nel soffio del vento
domenica 14 novembre 2010
venerdì 22 ottobre 2010
domenica 5 settembre 2010
di mare, di isole... orizzonti
che a guardarsi bene
qualcosa si trova
lo specchio riflette per noi
sul legno dipinto di bianco
catene arrugginite
corde consumate e tenaci
acqua di mare
niente si ferma
parto puntando all'orizzonte
che si sposta sempre più in là
fra altri mari ed altre isole
qualcosa si trova
lo specchio riflette per noi
sul legno dipinto di bianco
catene arrugginite
corde consumate e tenaci
acqua di mare
niente si ferma
parto puntando all'orizzonte
che si sposta sempre più in là
fra altri mari ed altre isole
venerdì 3 settembre 2010
sabato 14 agosto 2010
Sacrificio
La promessa di un sacrificio, sulla spiaggia, vicino al mare e nel mare.
quando il cuore chiede, chi non sente ti uccide
solo alla fine, senti che l'acqua ti porta a rinascere
quando il cuore chiede, chi non sente ti uccide
solo alla fine, senti che l'acqua ti porta a rinascere
venerdì 13 agosto 2010
Giusto un respiro
giusto un respiro
questi sono i giorni che scivolano dalle mani
e la casa è un cuore da trovare
per diventare folle e seguire vibrazioni
questi sono i giorni che scivolano dalle mani
e la casa è un cuore da trovare
per diventare folle e seguire vibrazioni
giovedì 5 agosto 2010
Condiviso e Taggato
Pausa quasi biennale (da splinder agonizzante), dove tante cose sono cambiate (il tempo corre, noi no), dove migrazioni tecnologiche han portato greggi e flotte e masse e mucchi di persone a "condividere" e "taggare" i propri pensieri nel fagocitatore facebook.
neppure io mi sono salvato: www.facebook.com/luigi.defrenza
Lì le cose sono più frammentate, porzionate e facilmente disperse.
Per cui bisogna essere più presenti per non perdere il filo, o perdere semplicemente la "connessione".
I pensieri sono diventati più corti, meno resistenti. Ci sono immagini e video che aprono finestre a volte indesiderate (maledetti tag!) oppure elementi di dispersione mentale (maledetti giochetti *+$ville e tutti i suoi compari.
Paradossalmente il progresso ci allunga la vita fisica ma ci devasta il senso del tempo e raccogliamo poche farfalle fra le mani in quanto troppo smaniosi di prendere e farci il piacere di condividere aspettando commenti a forma di faccine e lunghe file di punti esclamativi.
Tempo che noi letteralmente restituiamo alla tecnologia stessa sebbene sia nostro fisicamente... e metaforicamente.
Un vortice senza scampo di risucchi emozionali che durano la vita di una bolla di sapone, forse meno.
"Ma l'importante è dare il giusto peso"... bastasse questo!
Senza ossa il pensiero si ossida e non lascia passare tanto volentieri i propri flussi, condizionando l'area distante un paio di passi da se stessi. Lordarsi di cotanta tecnologia e vantarsene, senza pudori di coscienza, lasciando spazio a nozioni e rutti...
Un autopolemica che estendo a chi vuole ascoltare e comprende anche al minimo questo punto di vista.
Non rinnego nulla però, e neanche mi giustifico, faccio parte del mio tempo, del tempo che ho attorno e ogni tanto ritorno al mio tempo, quello che ho dentro e che troppo spesso ho trascurato. Non è qui casa mia, qui è solo un passaggio, un posto dove lasciare segni di luce ed ombre, ricordi memorie personali e collettive, scambiare opinioni e farsi commentare commentando a mia volta...
Emergenze espressive a volte, tempo da buttare via altre volte... Per cui alti e bassi senza regole scientifiche o grafici di bioritmi a scovare nessi e connessi degli andamenti personali. Unire i bit, i bytes, i megabyte a queste piccole cellule neuronali sarà possibile ma non a breve... Ma ci stiamo tentando e una volta tanto la tecnologia sta plasmando noi inscatolandoci in confini innaturali... noi che adattiamo l'ambiente a nostro piacere è un boomerang che ci sta tornando indietro e l'ironia del destino ci vuole autolesionisti su questo fronte.
Farsi vedere tramite un link, un video, una nota, una foto, popola i pensieri di infantile curiosità e morboso voyeurismo.
neppure io mi sono salvato: www.facebook.com/luigi.defrenza
Lì le cose sono più frammentate, porzionate e facilmente disperse.
Per cui bisogna essere più presenti per non perdere il filo, o perdere semplicemente la "connessione".
I pensieri sono diventati più corti, meno resistenti. Ci sono immagini e video che aprono finestre a volte indesiderate (maledetti tag!) oppure elementi di dispersione mentale (maledetti giochetti *+$ville e tutti i suoi compari.
Paradossalmente il progresso ci allunga la vita fisica ma ci devasta il senso del tempo e raccogliamo poche farfalle fra le mani in quanto troppo smaniosi di prendere e farci il piacere di condividere aspettando commenti a forma di faccine e lunghe file di punti esclamativi.
Tempo che noi letteralmente restituiamo alla tecnologia stessa sebbene sia nostro fisicamente... e metaforicamente.
Un vortice senza scampo di risucchi emozionali che durano la vita di una bolla di sapone, forse meno.
"Ma l'importante è dare il giusto peso"... bastasse questo!
Senza ossa il pensiero si ossida e non lascia passare tanto volentieri i propri flussi, condizionando l'area distante un paio di passi da se stessi. Lordarsi di cotanta tecnologia e vantarsene, senza pudori di coscienza, lasciando spazio a nozioni e rutti...
Un autopolemica che estendo a chi vuole ascoltare e comprende anche al minimo questo punto di vista.
Non rinnego nulla però, e neanche mi giustifico, faccio parte del mio tempo, del tempo che ho attorno e ogni tanto ritorno al mio tempo, quello che ho dentro e che troppo spesso ho trascurato. Non è qui casa mia, qui è solo un passaggio, un posto dove lasciare segni di luce ed ombre, ricordi memorie personali e collettive, scambiare opinioni e farsi commentare commentando a mia volta...
Emergenze espressive a volte, tempo da buttare via altre volte... Per cui alti e bassi senza regole scientifiche o grafici di bioritmi a scovare nessi e connessi degli andamenti personali. Unire i bit, i bytes, i megabyte a queste piccole cellule neuronali sarà possibile ma non a breve... Ma ci stiamo tentando e una volta tanto la tecnologia sta plasmando noi inscatolandoci in confini innaturali... noi che adattiamo l'ambiente a nostro piacere è un boomerang che ci sta tornando indietro e l'ironia del destino ci vuole autolesionisti su questo fronte.
Farsi vedere tramite un link, un video, una nota, una foto, popola i pensieri di infantile curiosità e morboso voyeurismo.
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